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"Un Oratorio senza musica è come un corpo senz'anima".

E' questa una frase di don Bosco che chiunque ha frequentato una casa Salesiana ha sicuramente ascoltato. Questa frase dice, anzitutto, l'importanza che ogni forma di espressione artistica ha nel sistema educativo salesiano. Un'importanza a cui lo stesso Don Bosco ha dato peso con la sua vita e le sue iniziative.

Da quando, ragazzo, si esibiva come saltimbanco, come prestigiatore o come cantastorie, a quando, adulto, mette su una banda, scrive ed edita libri e giornali, scrive e rappresenta commedie. Tali espressioni da rappresentare o da vedere, servivano per offrire ai suoi ragazzi e a tutti coloro che volevano partecipare, non un semplice e puro intrattenimento, ma un momewnto di sano e formativo divertimento. A tal fine basta citare la sua simpatica commedia sul "Sistema metrico Decimale", da allora in uso e non certo facile da imparare sui banchi di scuola.

Dice, però, anche la necessità per una casa salesiana di avere gli strumenti adatti e gli spazi adeguati dove tali espressioni possano essere realizzate. Si spiega così la totale onnipresenza di un teatro in ogni caso: piccolo o grande, arredato o spartano, a norma o non a norma, attrezzato o rudimentale, ma sempre uno spazio che per tutti è "il teatro". Con questo stile nasce anche la casa di Santeramo: una struttura per ragazzi con al suo interno un salone teatro. Un salone che ha visto presenti in esso interni ed esterni, ragazzi e adulti. Chi dei più grandi non è stato o non ricorda il salone-teatro in fondo al primo piano? E' proprio il suo costante utilizzo che ha spinto a pensare una struttura più grande e quindi più capiente, oltre che più bella ed attrezzata. Una struttura esterna rispetto al resto, quasi a volersi proiettare verso la città e al suo servizio. Una struttura frutto della generosità di alcuni, ma che non si è mai riusciti ad ultimare. Ciò nonostante, sempre a disposizione di tutti e, pur se nella sua incompletezza, capace di rendere un provvidenziale servizio per tante manifestazioni...non solo strettamente teatrali.

Il sogno di veder ultimata la struttura, la necessità di averla a norma, il desiderio di poter contare su attrezzature efficienti e stabili e, soprattutto, la convinzione che solo così poteva rendere un servizio vero ai ragazzi e alla città, ha motivato l'impegno a percorrere una strada che la vedesse ultimata.

Una strada non facile, che ha richiesto non poche energie, percorsa non sempre in compagnia o con il diffuso incoraggiamento. Una strada che, però, grazie anche all'impegno di tanti e alla stessa Ispettoria Salesiana, ci ha condotto alla meta. Buon traguardo, dunque. Ben arrivato a te, teatro dell'Opera Salesiana di Santeramo. Benvenuto con il tuo vestito nuovo e con la tua voglia matta di metterti a disposizione di tutti.

Il titolo che ti abbiamo dato dica il tuo voler saltare tra i ragazzi e la gente per offrire loro un palco su cui esibirsi, una sedia per assistere e partecipare. Che in te possano esibirsi i piccoli saltimbanchi di oggi: esprimersi i giovani che hanno voglia di dialogare con la vita e con la gente; incontrarsi quelli che amano la cultura; sognare quelli che amano il bene e il bello; dire la propria quelli che non sono asserviti a niente e a nessuno, se non ai valori profondi della vita; e. perché no, ... continuare a pregare quelli che amano il Signore della vita. Auguri a te, caro Saltimbanco. Che tu possa essere, come lo era il piccolo Giovanni bosco, occasione di incontro per tutta la città. Che tu possa ricordarti di essere sempre di dover essere uno strumento per aiutare i nostri ragazzi a crescere come "buoni cristiani ed onesti cittadini", come voleva il grande don Bosco.

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